venerdì 25 marzo 2016

Pensieri di un Riccio N°1

Quinto anno di liceo scientifico. La precedente professoressa di storia ha cambiato scuola.
Il professore entrante ha dichiarato di essere un fascista soft, moderato, dopo però aver precisato all'inizio della prima lezione che sono le altre persone a definirlo nazionalista.
Quando spiega non è mai obiettivo, anzi racconta le vicende difendendo a spada tratta la destra anche nelle peggiori vicende, da lui però aspramente condannate nei casi in cui a commettere errori è stata la sinistra.
Inoltre quando un alunno legge un brano da lui richiesto, non lo ascolta, ma legge a bassa voce e a suo tempo, come se l'alunno non stesse parlando.
Dopo un mese di scuola non ha imparato il nome di un alunno e non credo gli interessi farlo, vive distaccato, disinteressandosi di chi gli sta intorno.
Ma non è questo il punto. Quando lui spiega non si rivolge agli alunni. Parla a se stesso. Se provi a rispondergli affermando una posizione che sia diversa dalla sua, non ti sente neanche.
Non fa finta di non sentirti, io sono convinto che proprio non ti ascolti. Credo che abbia un orecchio talmente allenato a rifiutare opinioni discostanti dalla propria, che esclude dal suo cervello l'arrivo di qualunque idea pseudo-sinistroide.
Parlando a se stesso, durante le spiegazioni, credo che voglia legittimare le sue idee, dare una giustificazione al suo modo di essere. Si chiude nelle sue convinzioni, pensando che ormai alla sua età non possa più cambiare idea.
Non c'è cosa peggiore per un professore che spiegare rivolgendosi solo a sé stesso; o comunque anche in generale che una persona quando ti parli non si stia rivolgendo a te, non sia interessata a quello che pensi, ma voglia soltanto sovrastarti con le sue opinioni, buttandotele addosso.
E' come chiudersi in un guscio e vivere isolati, senza cambiare mai. Senza evolversi mai. Senza avere un vero contatto con le altre persone.



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